sabato 1 dicembre 2012

Quieres uno spritz? La notte vallisoletana si tinge di verde, bianco e rosso...






Camminando per el Paseo Isabel la Catòlica della città di Valladolid, il mio sguardo si è posato all'improvviso su una locandina posta all'entrata di un bar. Ciò che ha attirato la mia attenzione non è stata solo la scelta dei colori - verde, bianco e rosso - ma il menù suggerito dal locale che fra le varie proposte includeva:

•    Cerveza
•    Martini
•    Verdejo
•    Copas nacionales
•    Spritz Aperol

Quante volte è successo di andare all'estero e vedere nel menù la parola "Spritz"?

Entrando nel locale, spinta dalla curiosità, mi sono ritrovata catapultata  in un ambiente tipicamente italiano, caratterizzato da tavolini decorati con tovaglie a quadri e illuminati dalla luce soffusa delle candele, e da un vasto buffet di cibi legati alla tradizione italiana:

•   Lasagne
•   Pizza
•   Insalata di pasta
•   Bruschette
•   Tiramisù
•   Panettone









Con più di sessanta presenti, si è trattato di un evento culturale di grande successo che ha permesso agli invitati spagnoli, accompagnati dalle note di cantanti quali Toto Cutugno, Subsonica, Ligabue ed Adriano Celentano, di apprezzare alcuni tratti della cultura italiana e in particolare il rituale dell'aperitivo, nato nella città di Torino nel 1786 e apprezzatissimo dagli italiani e dai giovani turisti che visitano il Bel Paese, grazie all'aspetto economico e gastronomico.

Questo incontro multiculturale è stato possibile grazie a "En Dos Palabras" (http://www.endospalabras.eu/?page_id=136), associazione fondata a Valladolid da Martina Pastrovicchio, che si occupa di promuovere il gusto per la lettura e la scoperta dei libri in lingua originale e in lingua italiana e, di conseguenza, la cultura legata ad essi.

Solo a fine serata ho potuto parlare con la fondatrice e organizzatrice dell'evento che ha rivelato l'identità di alcuni dei cuochi della serata: i suoi alunni di italiano LS! Quale migliore metodo per insegnare la cultura del cibo italiano se non quello di permettere agli studenti stessi di sperimentare e apprendere in modo attivo e divertente?

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